Ho pensato di dedicare questo articolo a chi ama leggere le metafore. La trasformazione è un processo continuo, dentro e fuori. Profondo, progressivo, instancabile, a volte misterioso. Succede e spesso non ce ne rendiamo conto.
Dalla natura, dal mondo che ci circonda, possiamo imparare tanto.
Partendo dalla natura, da quello che si osserva attorno a noi, si possono comprendere la delicatezza delle relazioni e la straordinarietà di scoprire chi siamo, come ci stiamo trasformando, di come emerge il nostro potenziale.
Ho pensato così di scrivere alcune brevi storie. Indirizzate agli adulti che amano la metafora e la natura, possono essere lette anche ai bambini, per aprire un dialogo con loro. Le pubblicherò in questo blog.
Mi piacerebbe sapere se e come vi hanno parlato, scrivetemi e vi risponderò. Buona lettura!
GEMELLE DIVERSE (metafora d’autunno)
Immagina di trovarti in un boschetto o in un parco, durante una bella giornata d’autunno. Una bella giornata di sole. La luce calda del sole ravviva i colori delle foglie degli alberi: gialle e rosse ancora sui rami mentre, a terra, un po’ più scure, aranciate, marroni. L’arancio e il giallo sono i colori della gioia. La natura si sta preparando all’inverno, al momento in cui ogni albero, ogni animale vivente riposa, e, nel riposo, si ricarica, si trasforma.
Un leggero venticello muove i rami. Le poche foglie che ancora vi sono attaccate, sono elettrizzate: tra poco, staccandosi, volteggeranno leggere nell’aria e potranno finalmente vedere più lontano. Scorgeranno tutte le cose che avevano potuto immaginare durante la vita: i prati, il laghetto, i cagnolini che corrono abbaiando gioiosi sull’erba, incuranti del richiamo dei loro amici umani.
E loro, le gemelle Aurora e Aurelia, vicine vicine, sono pronte a spiccare il grande salto. Hanno passato tutta la vita a condividere lo stesso spazio sul grosso ramo di mamma quercia, attaccate con i piccioli allo stesso nodo. Fin da piccole si sono osservate l’un l’altra crescere, diventare grandi, forti, verdi. Prima di un verde tenue e tendente al giallo, poi un bel verde forte. Col passere del tempo il verde è diventato giallo e ora , rossiccio.
Pur essendo gemelle non sono uguali, ognuna ha la propria forma, il proprio carattere: i lobi di Aurelia non sono identici, il lato sinistro è più piccolo del destro. Aurora no, invece, è perfettamente simmetrica.
Un albero, una famiglia.
Le foglie nella grande quercia formano una vera grande famiglia. E, come in tutte le famiglie, che fatica mettere tutti d’accordo! Ogni foglia ha un compito preciso : le nate sulla cima dell’albero vedono meglio ciò che avviene lontano e possono avvertire se si sta preparando un temporale, quelle in basso possono intrattenere rapporti con gli scoiattoli del parco, aiutarli a scegliere le ghiande migliori, ripararli durante un temporale. Chi si trova nei rami di mezzo, come Aurora e Aurelia, ha la possibilità di ammirare gli uccelli mentre creano il proprio nido, di osservarli mentre vi depositano le uova, di godere dei passetti dei nuovi nati sul ramo e alla fine, nel vederli volare via, cinguettanti di gioia.
Le foglie in un albero hanno un compito preciso, e nessuna può esistere senza l’altra. Mamma quercia le ama tutte nello stesso modo perché le mamme, si sa, hanno un cuore grande che contiene tutti i propri figli.
I figli a volte non capiscono l’amore dei genitori.
Aurelia non si sente affatto amata dalla sua mamma, pensa che la mamma ami Aurora più di lei! Aurelia fin da piccola è stata invidiosa di Aurora, e anche delle sorelle ghiande. “ecco, loro poi diventeranno delle grandi querce , e io invece, sparirò e basta” pensava. E pensando, diventava sempre più triste, sempre più arrabbiata.
La mamma aveva spiegato a tutte le sue foglie, fin da piccole, quanto il loro compito fosse importante. “senza di voi io non posso vivere” diceva. “Tutta l’aria e il sole passano attraverso di voi e entrano in me. Per questo diventerete verdi e grandi. Poi, una volta diventate gialle e rossicce, volerete via col vento, per continuare la vita in un altro modo, altrettanto importante.”
Aurora invece aveva ascoltato attentamente le parole della mamma, aveva vissuto ogni istante della sua vita preparandosi al momento in cui sarebbe volata via. Aveva osservato il suo colore diventare verde brillante, giallo e rossiccio ed oggi, è pronta.
Ha già salutato le sue sorelle, “Ouf! per fortuna!” pensa ” alcune sono già volate via prima di me e mi sarebbe dispiaciuto non poterle salutare”.
Durante la sua vita Aurora ha parlato spesso con il sole, lo ha ascoltato e, ha seguito i suoi consigli: ha sentito la linfa scorrere dentro di lei, si è lasciata cullare dal vento, quello fresco della primavera e quello estivo, un po’ più caldo. La pioggia l’ha lavata e rinfrescata più volte! A volte quando ne aveva sentito il bisogno, aveva pregato che la pioggia arrivasse.
E’ contenta di aver vissuto così, tessendo relazioni con tutti quelli che incontrava. Una volta aveva visto anche un serpente , che paura!!!! Ma poi aveva capito che lui aveva più paura di lei e così avevano fatto subito amicizia raccontandosi le proprie paure.
E’ contenta di essere Aurora, e di avere delle sorelle, tutte belle e uniche, e con un compito importante : senza di loro mamma quercia morirebbe.
La serenità è una conquista
Aurelia invece è triste e impaurita. Non capisce proprio perché Aurora sia così serena. Fin da piccola si è arrabbiata, ha fatto continui paragoni, non ha parlato mai con nessuno, il vento le dava fastidio e i consiglio del sole poi … noiosi. E la pioggia … magari non fosse mai caduta!
Così arrabbiata non si è nemmeno accorta che col passare dei mesi è diventata una foglia più grande e più bella di Aurora. Il suo colore non è mai stato piatto, invece con leggere striature dorate, sul verde, e ora che sta è diventata gialla, le striature tendono al marroncino e le danno un tocco di vera classe.
Non si è mai accorta che gli uccelli nel chiacchierare della sera parlavano di lei come la più bella foglia della quercia e speravano che il vento la portasse via, spingendola fino alla tavolozza di quel pittore che a volte sostava proprio sotto la quercia a dipingere il parco.
Aurelia era così arrabbiata e invidiosa che vedeva solo il verde di Aurora, la forma di Aurora, il movimento di Aurora sul ramo. È così arrabbiata, ancora oggi, che non si è nemmeno preoccupata di salutare le sorelle foglie che piano piano partono, staccate dal vento. Chissà dove vanno? L’albero si sta spogliando e tra poco anche lei sarebbe partita. Ho paura! Pensa.
Non è mai troppo tardi
All’improvviso si accorge che Aurora, al suo fianco, le sta parlando: la saluta, la ringrazia di essere stata sempre vicina a lei, le parla dolcemente “Non aver paura, la nostra vita non finisce quando ci stacchiamo”
“Come lo sai?” ribatte stizzita Aurelia
“Me lo hanno detto il sole, il vento, la pioggia e anche la mamma” riprende” una volta cadute a terra noi ci trasformiamo nell’humus che servirà alle nostre sorelle piante per crescere forti e rigogliose. Diventeremo parte della terra, saremo catalizzatori.
“Perché non so tutto questo?” pensa Aurelia” forse perché sono stata troppo occupata a pensare a me, a quanto fossi triste e diversa dalle altre!”
Una folata di vento la stacca dal ramo. “Auroraaaaaa” grida “dove sei ?”
Aurora è ancora sull’albero . “Aurora, ti voglio bene! Scusa non te l’ho mai detto prima, mi senti?”
Aurelia è dispiaciuta, il vento la spinge lontano, tante sorelle le stanno volteggiando tutt’attorno, ma lei non le conosce. Non si è mai occupata di conoscerle. Ha paura. Piano piano scende verso la terra, il vento gioca con lei e la spinge qua e là, che giocherellone! Solo ora si accorge del calore del sole, del vento che la spinge. Ora guarda con attenzione le sorelle che cadono con lei, sono belle!
Finalmente vede sè stessa, i suoi colori , la sua forma. Ora sa che è bella anche lei. Ora lo sa. Si posa in terra. E’ felice e pronta a vivere la sua nuova vita.
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